Politiche assistenzialistiche
Scrive Hanna Arendt che il suddito ideale del totalitarismo non è da individuare nel nazista o nel comunista convinti, ma nell'individuo per il quale la distinzione tra realtà e finzione, fra vero o falso non esiste.
Una persona felice partecipa in maniera ridottissima all'attività economico e socio-culturale della società, soprattutto a fronte di processi che rendono difficile individuare le dinamiche di spazio e tempo, tra globale e locale. Ciononostante, proprio il localismo diventa uno dei segni più visibili del nostro tempo, nel quale ricostruire le identità e l'assistenza, perché il luogo è il legame [Maffesoli, 2005: 51].
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