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La lezione analizza il cambiamento profondo dell'Italia negli anni del miracolo economico, sul piano politico e sociale.
I temi su cui ci si soffermerà, sullo sfondo del cambiamento economico e della rivoluzione dei consumi, saranno soprattutto l'evoluzione politica, con il passaggio dal centrismo al centrosinistra e l'emergere di una resistenza reazionaria al cambiamento, e quella sociale, con un ampliamento degli orizzonti mentali che, ancora una volta, innescano una violenta reazione degli ambienti più tradizionalisti.
Si pensi, per fare degli esempi, ai processi contro Pier Paolo Pasolini per Ragazzi di vita, Una vita violenta e Mamma Roma (ma anche per La ricotta), due romanzi e due film, tutti realizzati tra la metà degli anni cinquanta e i primi anni sessanta. Oppure al processo contro i giovanissimi redattori del giornalino del liceo Parini di Milano, La zanzara, accusati (e prosciolti) di stampa oscena e corruzione di minorenni per aver pubblicato un articolo intitolato Che cosa vogliono le ragazze d'oggi?
Come richiama l'immagine di uno degli album più famosi dei Beatles (Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band), che esce nel 1967, la musica è uno dei grandi protagonisti di questi anni perché riesce a intercettare e - contemporaneamente - a provocare il cambiamento in corso. Così ci faremo guidare anche dalle canzoni per capire meglio questo processo di cambiamento.
Per approfondire
Anche in questo caso, la bibliografia è molto ampia: vi suggerisco un libro di sintesi di Guido Crainz, Storia della Repubblica, Donzelli 2016.
Interessante per il fenomeno giovanile - e soprattutto l'uso della musica - è Diego Giachetti, Anni Sessanta, comincia la danza.
Su cultura di massa e controcultura, potete vedere Alberto Banti, Wonderland e Silvia Casilio, Una generazione d'emergenza. L'Italia della controcultura.

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Le slide della lezione, in formato pdf
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Qui trovate il link ad una delle inchieste più importanti degli anni Cinquanta, La donna che lavora di Ugo Zatterin e Giovanni Salvi che, nel 1959, fa il punto su una delle trasformazioni avvertite come più significative di quegli anni.
Qui invece trovate la parodia che ne fecero, in quegli stessi anni, Tognazzi e Vianello nel programma Un, due, tre
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Le grandi migrazioni interne sono uno dei fenomeni caratteristici degli anni Cinquanta e Sessanta, e danno già allora vita ad una serie di inchieste come Milano, Corea o L'immigrazione meridionale a Torino. Il film di riferimento è chiaramente Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, ma il tema emergerà anche in tanti film di ambientazione operaia, da Pelle viva a Delitto d'amore passando per Romanzo popolare o Mimì metallurgico.
Anche la televisione esplora l'argomento, oltre che con il documento al link, con di Ugo Zatterin e Brando Giordani
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La nascita dei giovani come nuovo soggetto sociale si nutre anche di simboli, spesso transnazionali. Questo articolo approfondisce proprio questi aspetti, in particolare il valore simbolico dei capelli lunghi, della moda e della "beatlesmania". -
Il cambiamento del mondo giovanile viene individuato e stigmatizzato con un nome generico, Teddy boys. Vera e propria subcultura nel mondo anglosassone, in Italia sono un modello di ribellione giovanile e, allo stesso tempo, di costruzione di una comunità di pari per una generazione nuova che rifiuta (in modo dapprima prepolitico e istitntivo) di essere assimilata alla precedente.
Qui trovate un servizio di Gianni Bisiach che descrive il fenomeno: notate il tono paternalista e comprensivo che rivela bene lo scarto generazionale che si approfondisce in quegli anni fino ad esplodere nel Sessantotto. -
Comizi d'amore è uno straordinario documento antropologico dell'Italia che cambia negli anni Sessanta, e della frattura tra la morale istituzionale (per esempio quella propagata dalla televisione) e il modo di vedere il mondo degli italiani.Primo documentario di Pier Paolo Pasolini, uscito nel 1964, il film aveva sorpreso il suo autore che si era trovato spiazzato dal dover riconoscere, dopo le interviste, che il cuore del film non era costituito da chi avrebbe dovuto spiegare in modo didascalico l'amore, ma dal pubblico.
Ha scritto:
protagonista, è diventato il pubblico, cioè le centinaia di interrogati, con Arriflex e registratore, in tutta l’Italia. La loro vivezza, la loro spettacolare fisicità, la loro antipatia, la loro simpatia, i loro strafalcioni, i loro candori, le loro saggezze, come dire, la loro «italianità», hanno preso prepotentemente il posto riservato alla nostra premura didascalica, e si sono presentatati sullo schermo «come ciò che importa»Qui c'è una interessante pagina dal Centro studi PPP
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