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Andrea SANGIOVANNI
Media, arti, culture - 2°anno

Indice degli argomenti

  • ritrattoSono professore associato in storia contemporanea. 

    I miei ambiti di ricerca sono molteplici: mi sono occupato di storia della stampa, uso pubblico della storia, rappresentazioni pubbliche di soggetti collettivi, immaginario collettivo e storia dei mass media. 

    Oltre a numerosi articoli, ho pubblicato quattro libri: Tute bluLa parabola operaia nell'Italia repubblicana (2006), Le parole e le figure. Storia dei media in Italia dall'età liberale alla seconda guerra mondiale (2012), L'autunno caldo. Cinquant'anni dopo (con Ada Becchi) (2019), Specchi infiniti. Storia dei media in Italia dal dopoguerra ad oggi (2021) 

    Se ti interessa il curriculum completo e l'elenco delle pubblicazioni segui il link

    Ho avuto diverse esperienze di collaborazione e produzione a programmi televisivi (Il tempo e la storia, Passato e presente) e radiofonici (Wikiradio, Tre colori) di ambito storico, una delle forme della public history

    Il corso si propone di introdurre lo studente alla public history, una delle modalità di narrazione della storia del tempo presente che si avvale del ricco repertorio mediale sia dal punto di vista dei contenuti sia per le modalità di comunicazione.

    Dopo aver introdotto una delle possibili definizioni di public history, si analizzeranno le caratteristiche specifiche della public history in Italia e se ne esamineranno diverse modalità espressive, anche grazie al contributo di diversi esperti.

    Durante il corso verrà impostato e realizzato un project work, che costituirà parte integrante della valutazione degli studenti.

    Il planning delle lezioni potrà variare in considerazione di molti fattori, a partire dal più urgente oggi, ovvero se le lezioni si svolgeranno in presenza o a distanza.

    In linea di massima, dopo aver inquadrato teoricamente e storicamente la questione della public history, cominceremo a lavorare in contemporanea lungo due direttrici: da un lato, analizzeremo delle pratiche di public history; dall'altro, inizieremo a costruire il project work che dovrà essere realizzato al termine del corso. 

    LIBRI DI TESTO

    Accanto alla realizzazione del project work gli studenti dovranno studiare il seguente testo.
    Paolo Bertella Farnetti, Lorenzo Bertucelli, Alfonso Botti (a cura di), Public History. Discussioni e pratiche, Mimesis, Udine, 2017

    Gli studenti non frequentanti, e che quindi non parteciperanno al progetto che verrà sviluppato durante il corso, dovranno integrare la preparazione con:

    copertina libro

    Maurizio Ridolfi, Verso la Public History. Fare e raccontare la storia nel tempo presente, Pacini, Pisa 2017

  • Questo spazio è riservato agli studenti lavoratori che seguiranno le lezioni a distanza. Le lezioni, della durata di tre ore, dalle 16,30 alle 19,30, sono previste nei giorni 18 novembre, 2 dicembre e 15 dicembre.

    Si svolgeranno sulla piattaforma meet a quest'indirizzo:

    https://meet.google.com/evz-eboi-juj

    Per quanto in modo sintetico, proveremo a seguire lo stesso percorso degli studenti in aula esplorando quindi concetti, metodi e temi della public history. Per questa ragione, le slide a cui fare riferimento saranno le stesse degli studenti che seguiranno il corso in aula e le trovate negli altri riquadri.

  • schema

    I materiali presenti in rete sulla public history sono molti.

    In questa sezione ve ne presento alcuni, che possono servire anche come materiale informativo da ascoltare o guardare preliminarmente al corso e che potrebbero costituire elemento di discussione all'interno del corso stesso.

    Il primo è una serie di podcast realizzati dalla Sissco (Società Italiana di Storia contemporanea) che introducono ad alcuni temi tipici della PH. Attualmente ne sono stati pubblicati tre (di cui vi metto i link) e a breve ce ne sarà un quarto:

    Il secondo è il sito dell'Associazione Italiana di Public History, che diventerà un vostro fedele compagno di viaggio.

    Il terzo è il manifesto italiano della Public History, che potete scaricare.

    Altre risorse interessanti sono Clionet, una rivista di public history annuale, e l'Elphy, l'Electronic Library of Public History dell'Università degli studi di Salerno

    Col tempo ne aggiungerò altri

  • Gli esempi sull'uso pubblico della storia o sulla storia pubblica (due forme della storia profondamente differenti e che, pure, talora dialogano tra loro) sono moltissimi. 

    Qui ve ne metto qualcuno, tratto dalla cronaca:

    • Un esempio è legato a Faccetta Nera, la famosa canzone fascista: lo trovate qui
    • Qui invece trovate la mappa dei luoghi del fascismo in Italia, elaborata dall'Istituto Nazionale Ferruccio Parri. Ne hanno parlato Il Post e la Repubblica
  • Le lezioni della prima settimana sono dedicate:

    1) a definire che cosa sia la public history e a individuare le differenze con l'uso pubblico della storia;

    2) ad una sintesi su alcuni aspetti del metodo storico, con particolare attenzione alle fonti.

  • In questa lezione affrontiamo la televisione, sia come fonte per la storia sia come produttore di storia pubblica. Infatti, essendo uno dei principali agenti di costruzione del senso comune, la televisione è anche un costruttore del senso comune storiografico e, inevitabilmente, un attore nel vasto campo della public history.

    Come (e da quando) la tv costruisce il senso comune storico? e quali sono le principali caratteristiche dei format televisivi di storia?

    Risponderemo a queste (e altre domande) ma, per il momento, vi suggerisco di dare uno sguardo a questo filmato perché il nostro ragionamento partirà da qui.

       

    Sarà utile, inoltre, che guardiate un po' dei materiali di cui parleremo nella lezione:

    (Liliana Cavani, 1965)

    Nascita di una dittatura (Sergio Zavoli, 1972)

    La notte della Repubblica (Sergio Zavoli, 1989)

    E, ancora, una puntata de La grande storia, una di La storia siamo noi, una di Il tempo e la storia e una di Passato e Presente (sono in onda, quindi non vi metto il link).

    Di queste ultime, in particolare, cercheremo di capire il modo in cui sono costruiti i format: quindi una visione è altamente consigliata.

  • Le lezioni della seconda settimana di corso sono dedicate alle cosiddette fonti soggettive, lettere, diari, fotografie, album fotografici, film di famiglia.
    Si tratta di fonti particolarmente efficaci per la public history perché hanno una grande capacità di raccontare storie che costeggiano la "grande storia" e che dunque permettono facilmente al lettore/spettatore di identificarsi, se non nella vicenda in particolare, nella situazione esistenziale.

    Allo stesso tempo sono fonti storiche di grande complessità, che devono essere utilizzate con grande consapevolezza per evitare di ridurle a pura "illustrazione".

    Qui sotto trovate parte dei materiali che sono indicati nel power point, oltre ad alcuni testi teorici, con particolare attenzione rivolta ai film di famiglia.

    Memoryscapes, il progetto di Home Movies che ricostruisce il "paesaggio interiore" degli italiani dagli anni Venti agli anni Ottanta del Novecento attraverso i film di famiglia.

    L'Archivio di tutti, il canale youtube dell'Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa: "un progetto per raccogliere e digitalizzare i film di famiglia – testimonianze visive del nostro recente passato – conservarli e diffonderli su Youtube", come viene descritto nella pagina dell'omonima Fondazione (qui il link)

    Archivio online del Novecento trentino

    La sezione Storie di famiglia del portale Gli Antenati, attraverso il quale raggiungere altri archivi di famiglia

    Il canale di vimeo con i materiali realizzati dall'Archivio audiovisivo della memoria abruzzese dell'Università di Teramo

  • Gli strumenti digitali sono una risorsa particolarmente utile per la public history, soprattutto quella applicata al racconto urbano. In questa lezione analizzeremo le potenzialità delle mappe e delle timeline virtuali, sia come strumenti per la promozione del territorio (una delle possibili "ricadute" di un progetto di public history) sia come strumenti per l'approfondimento storico.

    Come al solito, vi suggerisco di dare uno sguardo in anticipo a qualche materiale, che poi analizzeremo più in dettaglio nel corso della lezione.

    Il primo è Hidden Cities, un progetto europeo che coinvolge diverse università, enti di ricerca e musei il cui obiettivo è "to examine how public spaces, from street-corners to major city squares, were shaped by the everyday activities of ordinary city-dwellers between 1450 and 1700." 

    Il secondo è Trento Sessanta, un percorso tra le vie della città di Trento per raccontare il sessantotto (come forse sapete, l'università di Trento - dove c'era la prima facoltà di sociologia in Italia - fu uno degli epicentri del Sessantotto italiano)

    Il terzo è l'ecomuseo casilino a Roma, un progetto articolato di riqualificazione e promozione del territorio, al cui interno la public history gioca un ruolo importante.

    Su questa base, vi sfido a trovare altri esempi di public history che usano mappe o timeline digitali: buona caccia!

  • I fumetti hanno sempre raccontato, in un modo o nell'altro, la storia. E, anche se un po' negletti, possono essere un'utile fonte per la storia, soprattutto della cultura e degli immaginari.

    Possono essere anche un'utile risorsa per la narrazione della storia o, come si sta scoprendo negli ultimi tempi, per la public history, come dimostra la Graphic History series della Oxford University Press, prestigiosissima collana editoriale di tipo scientifico.

    Nella lezione di oggi rifletteremo su questo segmento della public history, per la verità ancora poco esplorato o valorizzato.

    Per questa lezione ho preparato un prezi, che trovate qui

  • Nel 2022, prendendo al volo la ricorrenza dei vent'anni di Radio Frequenza, il project work sarà incentrato sulle radio universitarie e sulla stessa Radio Frequenza.

    Qui vi metto i vari materiali che torneranno utili per la realizzazione del lavoro.

    Lavoreremo su storymap, che trovate qui

    Però, se lo trovate più adatto, possiamo prendere in considerazione un altro programma di scrittura multimediale, Shorthand, che trovate qui