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Il 23 aprile 1945 L'Unità intitolava Tutta Torino balla e a Milano, il 14 luglio, fu organizzata una grande festa da ballo con sette piste a Parco Sempione. Il ballo, la musica, furono i segni tangibili di un ritorno alla pace e alla vita della primavera del 1945.
La lezione prende in esame la fine della guerra e il ritorno alla normalità, con la ripresa dell'attività politica e la ricostruzione, ma anche con le tensioni che animarono in paese in quei mesi e in quegli anni, sostenute anche dal cambiamento internazionale e dal definirsi di un mondo bipolare.
Uno dei temi portanti della lezione sarà anche la trasformazione culturale, che si muove tra rotture e continuità: nasce il neorealismo che genera un nuovo linguaggio e una nuova visione della realtà ma, allo stesso tempo, i quotidiani riprendono il loro assetto tradizionale dopo un breve periodo di (apparente) rinnovamento; nasce la Rai ma, allo stesso tempo, il nuovo governo appare consapevole della necessità di un forte controllo dello strumento, facendo propria - sia pure in termini democratici - la lezione fascista. E gli esempi potrebbero continuare.Molti sono i film che permettono di approfondire quegli anni, ovviamente a partire dalla straordinaria lezione del neorealismo. Si suggerisce però la visione di due film di epoca diversa, uno degli anni della commedia all'italiana e uno di qualche anno fa, capaci di restituirci uno sguardo fresco e non banale su quel passaggio epocale.
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Il link vi rimanda ad una copia del film Una vita difficile. La visione è riservata a fini didattici. -
Qui trovate il link per vedere il film L'onorevole Angelina di Luigi Zampa, e con Anna Magnani.
Lo trovate anche su Raiplay, qui.
Ne abbiamo parlato a lezione perché uno di quei casi in cui il cinema interviene, con le forme della commedia di costume, su una questione storicamente importante: la nascita di movimenti popolari di protesta, spesso alimentati da un sentimento antipolitico.
Così è giusto chiedersi oggi, come fa Emiliano Morreale, se Angelina sia un film popolare o populista.
"“Un film politico o populista?”, si chiede Emiliano Morreale a proposito de L’onorevole Angelina (1947) di Luigi Zampa che fruttò ad Anna Magnani, interprete principale e co-autrice della sceneggiatura con il regista, Suso Cecchi D’Amico e Piero Tellini, il premio per la migliore attrice alla Mostra di Venezia 1947 e il Nastro d’Argento.
Dopo una lunga serie di lotte e rivendicazioni che portano la popolana Angelina a diventare depositaria delle frustrazioni di tutte le donne della borgata di Pietralata e ad accarezzare il seggio in Parlamento, il finale conciliatorio può sembrare come un ritorno all’ordine, alla sottomissione all’ordine sociale esistente sorretto da precise gerarchie di classe e di genere.
Tuttavia, più che per questo finale, il film lo ricordiamo per Angelina che “baccaja proprio bene” e per l’irruenta recitazione di Anna Magnani, materialmente e simbolicamente trattenuta dagli altri personaggi durante tutto il film. Allora anche il suo ultimo discorso può essere letto attraverso il filtro dell’ironia amara e del rovesciamento che pervade tutta la narrazione (e che spesso opera nei finali di Zampa, anche quando la soluzione è ufficialmente suggellata dalla legge, come in Processo alla città e Il magistrato)."
Il testo è tratto dal sito cinefiliaritrovata: e trovate il seguito qui