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Roberto ROMANI

Scienze politiche - 3° anno

Indice degli argomenti

  • ROBERTO ROMANI, nato a Udine il 23/9/1957, è professore associato in Storia del pensiero economico presso l’Università di Teramo, Facoltà di Scienze Politiche. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca a Firenze, ha insegnato negli Stati Uniti presso la Southern Connecticut State University (1991) ed è stato Research Fellow di Darwin College, Cambridge (1995-98). Ricercatore a Teramo dal 2004, è diventato professore associato nel 2006. Recentemente, è stato Member dell’Institute for Advanced Study, Princeton, USA (2014). I suoi attuali interessi di ricerca includono la storia intellettuale del Risorgimento e la relazione fra democrazia ed economia. Fra le principali pubblicazioni, si segnalano questi libri: 1) L'economia politica del Risorgimento italiano, Torino, Bollati Boringhieri, 1994; 2) National Character and Public Spirit in Britain and France, 1750-1914, Cambridge, Cambridge University Press, 2002; 3) L'economia politica dopo Keynes. Un profilo storico, Roma, Carocci, 2009; 4) Sensibilities of the Risorgimento: Reason and Passions in Political Thought, Leiden, Brill, 2018. Fra i saggi recenti, si segnalano: 1) “Reluctant Revolutionaries: Political Thought in the Kingdom of Sardinia, 1849-1859”, Historical Journal, 55, 1, 2012, pp. 45-73; 2) “American consumers facing inflation, 1965-1979: The Economists’ Accounts”, Rivista di storia economica, 28, 2, 2012, pp. 319-50; 3) “Fiscalità cattolica e fiscalità liberale. Taparelli d’Azeglio e la Civiltà cattolica, 1850-1876”, Contemporanea, 16, 1, 2013, pp. 7-37; 4) “Minimal State Theories and Democracy in Europe: From the 1880s to Hayek”, History of European Ideas, 2014

    INFO SUL CORSO


    OBIETTIVI GENERALI DEL CORSO

    • Conoscenza e capacità di comprensione: L’insegnamento di Politica Economica Europea intende fornire gli strumenti teorici ed empirici adatti a valutare il funzionamento dell’Unione Monetaria Europea.
    • Capacità di applicare conoscenza e comprensione: vedi sotto.
    • Autonomia di giudizio: vedi sotto.
    • Abilità comunicative: vedi sotto.
    • Capacità di apprendimento: vedi sotto.



    PREREQUISITI E PROPEDEUTICITA'

    • Prerequisiti: Economia politica.
    • Propedeuticità: Economia politica.

    INDICATORI DI DUBLINO


    UNITA' DIDATTICA 1: Teoria delle aree valutarie ottimali e delle unioni monetarie

    • Conoscenza e capacità di comprensione: Lo studente prenderà conoscenza dei requisiti teorici dettati dalla teoria delle aree valutarie ottimali per valutare il grado di completezza di un’unione monetaria.
    • Capacità di applicare conoscenza e comprensione: Gli strumenti acquisiti saranno impiegati per analizzare i costi e i benefici relativi all’appartenenza all’unione monetaria europea.
    • Autonomia di giudizio: Lo studente dovrà essere capace di formulare un proprio giudizio sulla convenienza o meno a far parte di un’area valutaria comune come l’UME.
    • Abilità comunicative: Lo studente dovrà acquisire la terminologia economico-finanziaria in modo da evitare un utilizzo improprio di termini che coinvolgono concetti economici precisi.
    • Capacità di apprendimento: Attraverso questi concetti lo studente dovrà dimostrare di aver compreso gli aspetti economici di base e le strategie di policy necessarie alla costruzione e sostenibilità dell’UME.



    UNITA' DIDATTICA 2: Le radici della crisi dell’euro

    • Conoscenza e capacità di comprensione: Lo studente dovrà essere in grado di aver compreso le ragioni profonde della crisi dell’Euro.
    • Capacità di applicare conoscenza e comprensione: Capacità di applicare e valutare gli effetti di alternative strategie di policy discusse durante il corso.
    • Autonomia di giudizio: Capacità di acquisire un autonomo giudizio sulle cause più profonde che hanno prodotto la crisi della zona euro a partire dal 2008-2009.
    • Abilità comunicative: Lo studente dovrà acquisire la terminologia economico-finanziaria in modo da evitare un utilizzo improprio di termini che coinvolgono concetti economici precisi.
    • Capacità di apprendimento: Attraverso questi concetti lo studente dovrà dimostrare di aver compreso gli aspetti economici di base e le strategie di policy necessarie alla costruzione e sostenibilità dell’UME.



    PROGRAMMA E LIBRI DI TESTO


     

     

    PROVE INTERMEDIE
    vedi Programma.



    MODALITA' DI VALUTAZIONE

    vedi Programma.



  • Cos'e' un'obbligazione?

    Cos’è un’obbligazione? In finanza con il termine obbligazione (in inglese bond) si indica un titolo di debito, emesso da società private o enti pubblici, che attribuisce al suo possessore, alla scadenza del titolo, il diritto al rimborso del capitale prestato all’emittente, più un interesse su tale somma. Un’obbligazione tipica sono i titoli di stato (in Italia prendono il nome di BOT, BTP, ecc.). Scopo di un’emissione obbligazionaria (o prestito obbligazionario) è il reperimento di liquidità da parte dell’emittente. Di solito il rimborso del capitale al possessore del titolo di debito da parte dell’emittente avviene alla scadenza in un’unica soluzione, mentre gli interessi sono liquidati periodicamente (trimestralmente, semestralmente o annualmente). L’interesse corrisposto periodicamente è detto cedola (o coupon) perché in passato per riscuoterlo si doveva staccare il tagliando numerato unito al certificato che rappresentava l'obbligazione. Se, nel corso della vita dell’obbligazione, l’emittente non paga la cedola agli acquirenti, è dichiarato in fallimento (il termine tecnico è default). Una volta emesse, le obbligazioni si scambiano sui mercati finanziari, e il loro prezzo dipende dai flussi di domanda e offerta. Se, ad esempio, una certa obbligazione è molto ricercata dai risparmiatori, il suo prezzo aumenta, e quindi il suo rendimento complessivo diminuisce (il suo prezzo può aumentare, per esempio, da 100 a 101, intaccando il flusso di denaro che l’acquirente ottiene dall’obbligazione). Accade il contrario nel caso in cui tale obbligazione sia venduta da molti acquirenti.





    PARITA’ DEL POTERE D’ACQUISTO

    La parità del potere d’acquisto (PPP) definisce una condizione di assenza di arbitraggio affermando che due panieri di beni identici, venduti in paesi diversi, debbono avere lo stesso prezzo una volta espresso in valuta comune. L’esistenza di una relazione di questo tipo tra i prezzi di beni identici prodotti in paesi diversi, pur già nota nel XVI secolo alla scuola di Salamanca in Spagna, divenne celebre solo a partire dagli anni ‘20 grazie al contributo dell’economista svedese Gustav Cassel (1922, 1928), membro fondatore della Swedish School of Economics assieme a Knut Wicksell e David Davidson, che analizzò le parità nei confronti dell'oro delle valute dei paesi partecipanti alla prima guerra mondiale. Durante il conflitto questi paesi avevano infatti smesso di rispettare le parità imposte dal Gold Standard ed all’inizio degli anni ’20 si proponeva il problema di ricalcolarne le parità. Cassel suggerì di utilizzare i differenziali di inflazione per individuare i valori di equilibrio del tasso di cambio, dando così il via all’utilizzo intensivo della PPP (Colombo e Lossani, 2003).


    Parità del potere d’acquisto (PPP) e legge del prezzo unico (LOOP

    La logica sottostante alla PPP è sintetizzata dalla legge del prezzo unico (LOOP), della quale la PPP costituisce una generalizzazione. La LOOP afferma che uno stesso bene venduto in paesi diversi deve avere lo stesso prezzo una volta espresso in valuta comune. In sostanza: se con una unità della valuta domestica fosse possibile acquistare una quantità maggiore del bene x di quella che sarebbe acquistabile all’interno dell’economia nazionale, allora sarebbe profittevole acquistare x all’estero e rivenderlo all’interno, lucrando sulla differenza tra i prezzi spuntati. Questa operazione di arbitraggio (reiterata nel tempo da parte di più soggetti) ha come ovvia conseguenza la convergenza dei prezzi internazionali del bene in oggetto, i quali, una volta espressi in un’unica valuta, finiranno con l’eguagliarsi. Da quanto detto discende che la PPP non è sempre verificata: non sempre dunque il tasso di cambio effettivo eguaglia il valore teorico. Si supponga ad esempio che, sulla base del confronto tra i prezzi di Eurozone e USA, emerga un valore del tasso di cambio compatibile con la PPP di 0,85 (euro per ottenere un dollaro), ma che in realtà il tasso di cambio determinato sul forex market sia di 0,75. In questo caso è possibile concludere che l’euro è sopravvalutato rispetto al dollaro. Nei prossimi paragrafi si avrà modo di chiarire cosa può determinare questa divergenza e quanto impieghi il cambio per riassestarsi sui valori della PPP.

    Un indice molto utilizzato per stabilire se una moneta sia apprezzata o meno rispetto ad un’altra è quello il Big Mac Index, basato sui prezzi del celebre panino. Pubblicato dall’Economist a partire dal 1984, questo indice, basato sulla LOOP, consente di calcolare la PPP per un gran numero di tassi di cambio usando il Big Mac come merce di riferimento. Si consideri ad esempio la tabella in figura2.doc riportata dall’Economist l’8 maggio del 2009. Confrontando il prezzo del Big Mac in America e nell’area Euro emerge come la divisa europea, scambiata a 0,96 nei confronti del dollaro, sia sopravvalutata. Una volta espressi i prezzi in un’unica valuta infatti, si osserva come il prezzo (medio) del panino in Europa (4,38 US$,) sia superiore del 24 percento rispetto al prezzo pagato negli Stati Uniti (3,54 US$).

    Come si può osservare, l’indice calcolato dall’Economist mostra un notevole disallineamento dei tassi di cambi nominali ...
    http://bankpedia.org/userfiles/BigMacRankings.JPG