Il festival del Proletariato giovanile del Parco Lambro
Il Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro, organizzato a Milano da Re Nudo tra il 26 e il 29 giugno 1976 è uno dei simboli della profonda trasformazione avvenuta nel corso degli anni Settanta sia nel mondo giovanile, sia negli happening di massa. Durante quei tre giorni, come hanno scritto Nanni Balestrini e Primo Moroni, si era consumata la «fine dell'ideologia della festa» tra «espropri proletari» in un supermercato vicino, contestazioni per gli alti prezzi dei panini e assalti a un camion di polli, poi non consumati perché erano surgelati, il tutto in mezzo al fango e ai rifiuti. Descritto impietosamente nelle immagini di Alberto Grifi (Festival del proletariato giovanile a Parco Lambro, 1976), Parco Lambro è stato, come scrivevano gli stessi circoli del proletariato giovanile, lo «specchio fedele di una realtà di emarginazione, di solitudine, assenza di forza per cambiare le cose», in cui il palco su cui si esibivano i musicisti era, come cantava Gianfranco Manfredi, «un ponte che non unisce niente» (Un tranquillo festival pop di paura, 1977). In quei giorni, quello che si era percepito come un soggetto collettivo sembrava dissolversi in tanti soggetti individuali: come cantava ancora Manfredi,
e siamo tutti insieme ma ognuno sta per sé / la ricomposizione si sogna ma non c'è / ognuno nel suo sacco o nudo tra il letame / solo come un pulcino, bagnato come un cane.